Marketing influencer: un’audience come quella della tv

Sono milioni gli italiani che possono essere raggiunti dai messaggi dei creator in maniera diretta e immediata. Se il 76% della popolazione tra 16 e 65 anni segue almeno un influencer, in pratica, 28 milioni di persone, coloro che ne seguono più di due sono 21 milioni, mentre un quinto dei nostri connazionali segue mediamente addirittura 11 o più influencer pro capite.

In questo caso, si parla di 7 milioni di persone. Insomma, si tratta di una audience paragonabile a quella della tv.
È quanto emerge dall’Osservatorio InSIdE (aka influencer, stories, identities and evolutions) dedicato all’Influencer marketing, progetto di Pulse Advertising, l’agenzia internazionale di influencer marketing, social media management e paid advertising.

I canali social sono uno strumento di comunicazione vero e proprio

“In Italia questo bacino di utenti non è ancora considerato in modo adeguato dalle aziende che comunicano – afferma Paola Nannelli, Executive Director di Pulse Advertising e ideatrice dell’Osservatorio Inside -. Social media e influencer marketing devono diventare centrali nel media mix dei brand”.
Oggi i canali social sono uno strumento di comunicazione vero e proprio, e danno spazio a ogni tipo di messaggio.

La potenza dei messaggi non premia solo i content creator che hanno centinaia di migliaia di follower. La rete ‘social’ ha infatti accorciato le distanze e ha convinto tanti professionisti, prima semplici fruitori, a diventare content creator.

Tanti professionisti si sono trasformati in content creator

Di fatto, spesso tanti professionisti si sono ‘trasformati’ in veri e propri influencer del settore di riferimento, dall’esperto di elettrodomestici all’esperto di fisco, o attività bancarie, o ancora, immobiliare, solo per citare alcune esempi di content creator.

Di fatto, se gestiti in modo efficace i social network permettono anche a piccole realtà di intercettare direttamente un bacino molto ampio di utenti ‘profilati’, proprio quegli stessi utenti che a tutti gli effetti sono potenziali clienti.

TikTok, Instagram, Facebook: ogni generazione ha il suo social

Dal survey emerge poi una tendenza ancora valida. I social network seguiti cambiano a seconda dell’età degli utenti.
Se la Gen Z ama Youtube, Instagram e Tiktok, i Millenials passano più tempo su Instagram, Telegram e Facebook. Quest’ultimo, riporta Askanews, rimane in assoluto il medium preferito dalla Gen X e dai Millenials in particolare.

L’affezione a uno o più canali è influenzata anche dalla capacità di gestire funzioni e tool di terze parti per la creazione di contenuti e per l’interazione con altri utenti.
Tanto che i social più evoluti, come TikTok ad esempio, mettono in difficoltà chi non è nativo digitale, oppure digitalmente evoluto.

Pagamenti digitali: cresce il Buy Now Pay Later

Grazie alla piena ripresa delle attività e dei servizi di intrattenimento nel 2022 il numero di pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante a livello nazionale è cresciuto del +16% (+21% i pagamenti con le sole carte).
Ma se nel 2022 il valore complessivo del transato tramite carte di credito aumenta (+20%) si conferma il trend decrescente del numero di carte attive, iniziato tra il 2019 e il 2020.

Tra le innovazioni più significative introdotte negli ultimi anni si fa strada il Buy Now Pay Later, sistema conosciuto da oltre la metà della popolazione italiana in età 18-64 anni e dal 66% della GenerazioneZ. Emerge dalla 21a edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments, curato da Assofin, Ipsos e Nomisma con il contributo di CRIF.

Tasso di crescita annuo a doppia cifra 

In Italia, sebbene il metodo di pagamento online più diffuso sia ancora la carta, il BNPL registra un tasso di crescita annuo a doppia cifra e dovrebbe raggiungere oltre 3 miliardi di euro entro il 2026.
A livello globale, il BNPL ha rappresentato nel 2022 il 5% dei pagamenti.

Nonostante la veloce ascesa, l’Osservatorio mette in luce alcuni dubbi rispetto alla proposta del BNPL come servizio stand alone, in particolare se si pensa alla sostenibilità del business in un contesto europeo caratterizzato da tassi di interesse elevati. Piuttosto, il BNPL può essere immaginato come servizio complementare da offrire in una logica di portafoglio più ampia.

Resta elevata l’attenzione alla qualità del credito

Malgrado un contesto che nel 2022 ha visto il tasso di insolvenza attestarsi su livelli inferiori a quelli registrati per il credito al consumo, resta tuttavia elevata l’attenzione rispetto alla qualità del credito.
La stretta normativa che deriverà dall’introduzione della nuova direttiva in materia di credito ai consumatori, che pone tra i suoi principali obiettivi la tutela dei consumatori dal rischio di sovra indebitamento, imporrà ai player di mercato di adottare prassi più stringenti per valutare e garantire la sostenibilità finanziaria delle operazioni che propongono.

L’analisi della domanda

La domanda mostra un trend decrescente relativamente alla diffusione delle carte, ma una crescita della spesa media mensile, e un incremento della frequenza dei pagamenti digitali.
In costante aumento gli heavy user della funzionalità contactless della carta di credito, con il 33% dei titolari che la utilizza più di 6 volte al mese. Sale anche la frequenza di utilizzo media, pari a 4,5 volte al mese.

La perdurante inflazione generato però nuove attese di azioni concrete anche da parte dell’Industry Finanziaria. Una direzione chiave per contrastare l’inflazione è costituita dal proporre al mercato soluzioni innovative che vadano a ribilanciare il value for money percepito, accrescendo il valore dell’esperienza e di prodotti e servizi e restituendo semplificazione, gratificazione, sostenibilità, time saving.
Tra queste, i pagamenti via smartphone/app, e l’Open Banking/Finance, con cui è possibile offrire al consumatore numerosi strumenti per un maggiore controllo e consapevolezza delle spese e della propria situazione finanziaria.

Podcast, in un anno il numero di ascoltatori è aumentato del 39%

La popolarità dei podcast continua a crescere, con il numero di ascoltatori che nel corso dell’ultimo anno è aumentato al 39% tra le persone dai 16 ai 60 anni, raggiungendo circa 11,9 milioni di persone. Questo rappresenta un aumento rispetto al 36% dell’anno precedente, dimostrando che il format dei podcast gode di ottima salute e ha una base di ascoltatori fedele e coinvolta. I risultati del 2023 della ‘Ipsos Digital Audio Survey’, un’indagine che misura l’ascolto e le modalità di fruizione di tutte le forme di audio digitale, offre a questo proposito un punto di vista privilegiato sul mondo dei podcast.
Lo studio, giunto alla sua quinta edizione dopo il lancio nel 2019, è diventato un punto di riferimento per produttori, distributori e investitori interessati ai podcast e a come posizionarli all’interno di una strategia audio. Riteniamo che sia essenziale avere una solida base di informazioni per raccontare e valorizzare adeguatamente i podcast, soprattutto in un momento in cui il loro impatto è in costante crescita.

Il pubblico? Giovane, istruito e responsabile

Chi sono gli ascoltatori dei podcast? Il profilo degli ascoltatori dei podcast continua a rispecchiare le tendenze che lo hanno contraddistinto sin dall’inizio del nostro monitoraggio. Si tratta di un pubblico più giovane rispetto alla media, con un livello di istruzione elevato e una professione di alto livello. Inoltre, si distinguono per alcune caratteristiche “pregiate” in termini di comportamenti di consumo, come la responsabilità nel consumare contenuti, l’apertura all’uso delle tecnologie, l’interesse per prodotti/servizi premium e la sensibilità alle raccomandazioni degli artisti che seguono. Sono anche influencer all’interno del loro gruppo di pari quando si tratta di intrattenimento.

L’ascolto? Ovunque, ma soprattutto a casa

Dove ascoltano i podcast? Il podcast è un formato che si presta all’ascolto ovunque e in qualsiasi momento, con la maggior parte delle persone che utilizza lo smartphone (75%) come dispositivo principale per l’ascolto. Tuttavia, una percentuale significativa di ascoltatori utilizza anche altri dispositivi, come computer (33%), tablet (23%) e, in particolare, altoparlanti intelligenti (13%).
L’ascolto dei podcast avviene principalmente a casa (74%), ma c’è anche un aumento dell’ascolto in auto (33%), un dato da tenere d’occhio. La fruizione sui mezzi di trasporto (20%) e l’ascolto in strada/camminando (21%) rimangono stabili.

Un format che crea fedeltà

Il 2023 conferma che i podcast sono qui per restare, con quattro ascoltatori su dieci che affermano di ascoltare più podcast rispetto all’anno precedente. Questo maggiore ascolto ha anche portato a un miglioramento dell’opinione degli ascoltatori sui podcast, dimostrando un forte attaccamento a un formato che offre contenuti di alta qualità. Interessante notare che, sebbene l’interesse per un argomento specifico rimanga il motivo principale (32%) per ascoltare un podcast, il peso di questo fattore tende a diminuire nel tempo, mentre altri “trigger” come siti di notizie, post sui social media, passaparola online e offline, suggerimenti da piattaforme podcast, contenuti televisivi o radiofonici iniziano a guadagnare importanza. I podcast dimostrano di avere la capacità di trattenere l’attenzione, con il 57% degli utenti che dichiara di ascoltare un podcast per l’intera durata. Un altro dato incoraggiante è la conferma della “serializzazione” dell’ascolto, con il 78% degli ascoltatori che dichiara di ascoltare serie di podcast, spesso nella loro interezza. La serializzazione è un potente mezzo per generare fedeltà, ritualità e promuovere conversazioni e condivisioni.

Idee per rinnovare un locale commerciale senza spendere troppo

Rinnovare i locali commerciali è un’ottima idea per dare una nuova vita alla tua attività e attrarre nuovi clienti.

Sicuramente, una profonda ristrutturazione può essere costosa e impegnativa, ma esistono diverse idee creative che ti consentono ugualmente di dare un nuovo aspetto alla tua attività senza spendere troppo.

Abbiamo per questo deciso di elencare di seguito alcune di queste idee, per consentirti di immaginare quali risultati sorprendenti è possibile ottenere senza dover svuotare il portafogli.

Pittura e decorazioni murali

Un modo economico ed efficace per rinnovare un locale commerciale è quello di ricorrere alla pittura e alle decorazioni murali. Scegli colori vivaci e accattivanti che riflettano lo stile e l’atmosfera del tuo negozio.

Se attualmente le pareti sono “vuote” e monotone, aggiungere un’opera d’arte o un bel murales a tema può trasformare completamente l’ambiente, rendendolo più invitante per i clienti.

Puoi anche considerare l’utilizzo di stencil per creare motivi e disegni particolari sulle pareti o sul bancone. Anche questo è un modo economico per aggiungere un tocco di personalità al tuo locale senza dover fare grandi modifiche.

Mobili e arredamento

Rinnovare i mobili e l’arredamento di un locale commerciale può fare la differenza per quel che riguarda il suo aspetto complessivo. Non preoccuparti comunque, questo non significa che devi acquistare tutto nuovo.

Spesso è infatti possibile riutilizzare e ridipingere i mobili esistenti per dar loro un nuovo aspetto, più “fresco” e moderno.

In alternativa, puoi considerare l’acquisto di mobili usati o vintage. Questa soluzione non solo ti consente di risparmiare denaro, ma conferisce anche uno stile unico e caratteristico al tuo locale.

Ricorda chiaramente di prestare attenzione alla funzionalità e al comfort che questi mobili sono in grado di offrire, così da avere la certezza di poter offrire un’esperienza davvero piacevole ai tuoi clienti.

Le insegne a LED

Una delle cose più interessanti che puoi fare per rinnovare il tuo locale è il considerare l’installazione di insegne a LED.

In particolare, a differenza del tradizionale tubo al neon in vetro contenente gas Argon, le moderne insegne Neon LED Flex sono realizzate in ECO PVC. Questo significa che sono più ecologiche, in quanto non contengono mercurio e utilizzano pochissima elettricità rispetto al neon tradizionale, e anche più economiche da acquistare.

Grazie alla loro versatilità, puoi creare insegne luminose di diverse forme e dimensioni, adattandole perfettamente al contesto del tuo locale. Ciò ti consentirà di dare un tocco accattivante all’intero ambiente senza spendere una fortuna.

Aggiungi elementi verdi

Un altro modo semplice ed economico per rinnovare un locale commerciale potrebbe essere quello di prevedere l’inserimento di un po’ di verde. Le piante e i fiori possono aggiungere colore, freschezza e vivacità ad ogni ambiente, così come i prati verticali per interni.

Scegli del verde che si adatti bene al tuo spazio e che richieda poca manutenzione, in modo da poterlo gestire facilmente. Posiziona le piante strategicamente per creare angoli accoglienti e per separare le diverse aree del tuo locale.

Tra l’altro, ti stupirai nel constatare che le piante possono contribuire a migliorare anche la qualità dell’aria, oltre che a creare un’atmosfera rilassante e piacevole per i visitatori.

Conclusione

Come appare evidente, rinnovare un locale commerciale non è necessariamente costoso, basta avere un po’ di creatività e pianificazione per ottenere risultati sorprendenti senza dover spendere una fortuna.

Valuta le diverse soluzioni a tua scelta e individua quelle che meglio si adattano al tuo stile e al tuo budget, tenendo a mente che anche i piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza nell’aspetto complessivo di un locale commerciale.

Per questo, rinnovare può essere un’opportunità concreta per reinventare il tuo business e attirare nuovi clienti.

Lavoro: solo il 47% degli italiani è soddisfatto

Gli italiani non sono molto contenti del proprio lavoro. Solo 47 occupati italiani su 100 dichiarano elevati livelli di soddisfazione del proprio lavoro, il 7% in meno rispetto alla media europea, e una percentuale distante anni luce dal 71% e oltre di Paesi come Finlandia, Islanda, Olanda, Norvegia, Belgio. Sono meno soddisfatti di noi solo greci, serbi, polacchi, cechi e spagnoli.
Di fatto gli occupati italiani sono in fondo alla classifica della European social survey, l’indagine che confronta 30 Paesi membri dell’UE ed extra Ue (oltre a Israele) sulla soddisfazione per il proprio lavoro, presentata a Roma dall’Inapp. Per l’occasione, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ha realizzato il primo Rapporto nazionale della European Social Survey in Italia.

Prima e dopo la pandemia: cosa è cambiato?  

La quota di occupati italiani che dichiarano di essere altamente o mediamente soddisfatti si riduce ancor di più se i livelli di istruzione non sono elevati, i contratti di lavoro temporanei, gli inquadramenti professionali a bassa qualificazione, e se la cittadinanza non è italiana.
“Già prima dell’evento pandemico la possibilità per i lavoratori di scegliere il luogo dove prestare la propria attività lavorativa era meno diffusa in Italia rispetto ad altri Paesi. Con la crisi pandemica questa si è estesa, specialmente in alcuni settori e per gli occupati a più alta qualifica professionale – afferma il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp -, ma notevoli fasce di occupazione sono rimaste escluse. Anche oggi la diseguaglianza nella possibilità di fruire di tale possibilità tra le diverse categorie di lavoratori costituisce un problema”.

La soddisfazione dipende dalla flessibilità

“Come per la maggior parte dei Paesi presi in esame, anche in Italia la soddisfazione lavorativa dipende ormai in modo significativo dalla flessibilità oraria e dalla possibilità di scelta del luogo della prestazione lavorativa – continua Fadda -. Due dati dell’indagine lo dicono chiaramente: la quota di occupati altamente soddisfatti sale dal 47% al 68% (+21%) nel caso in cui si possa beneficiare di flessibilità oraria. Lo stesso vale per tutti i Paesi analizzati, la cui media passa dal 54% al 69%. Al contrario, la quota di altamente soddisfatti scende al 44,6% nel caso in cui non ci sia la possibilità di scegliere il luogo dove svolgere il proprio lavoro”.

L’autodeterminazione di luoghi e tempi di lavoro misura il livello di autonomia

Tuttavia, in Italia la quota di occupati che possono avvalersi di tale autonomia risulta ancora molto limitata. Solo il 15,7% degli occupati italiani può scegliere inizio e fine del proprio orario di lavoro (rispetto al 20,6% medio degli altri Paesi) e solo il 30,8% può scegliere il luogo di lavoro (contro il 42,3%).
Più penalizzati risultano i lavoratori con basso livello di istruzione, bassa professionalità e contratti non stabili, riferisce Adnkronos. La maggior possibilità di autodeterminazione dei luoghi e dei tempi per svolgere il proprio lavoro quotidiano possono essere interpretate come sintomi di autonomia sul lavoro. Sotto questo punto di vista l’Italia, insieme ai Paesi dell’Europa dell’Est e mediterranei, è tra quelli in cui vi è maggiore rigidità. All’estremo opposto i Paesi del Nord Europa e dell’Europa continentale.

Educazione finanziaria: donne, uomini e il rapporto con il denaro

Uomini e donne sono accomunati da una gestione parsimoniosa e cauta del denaro, ma i primi mostrano più evidenti segnali di curiosità e apertura verso le novità in ambito economico finanziario, e maggiore interesse verso temi inerenti gestione del denaro, risparmio e investimenti. E a fronte della disponibilità di 10.000 euro meno della metà delle donne ne investirebbe almeno una parte, contro il 58% degli uomini. E una donna su quattro non saprebbe che cosa fare.
Emerge dalla ricerca dal titolo L’approccio degli italiani alla finanza: educazione e alfabetizzazione tra donne e uomini, condotta da Ipsos in collaborazione con UniCredit. Inoltre, se gli uomini tendono a farsi carico delle scelte finanziarie di tutto il nucleo familiare tra le donne prevalgono le decisioni condivise. Quanto al conto corrente, le donne prediligono l’hub fisico, guardando molto alla prossimità della filiale. 

Rischiosità, investimenti, solidità

Curiose ma caute, più orientate a una visione di insieme dei benefici che includa effetti positivi per l’intera famiglia, alle prese con un gap di conoscenza e pratica determinato anche da un diverso background culturale e dal contesto sociale. Così le donne italiane vivono il rapporto con i temi economico finanziari. E se la bassa rischiosità dell’investimento è comunque il primo driver di scelta trasversale, la solidità del proponente è il secondo per le donne. Per gli uomini, o i più giovani propensi a investire, al secondo posto ci sono le attività con un impatto positivo su ambiente e società.

Il ruolo cruciale della formazione

Tra le donne emerge forte il tema della delega, soprattutto tra le più mature, mentre quelle più giovani dichiarano anche una certa mancanza di interesse. Il 40% delle intervistate ritiene poi appagante la situazione economica personale, dato inferiore a quello degli uomini (55%). In generale, il campione concorda sulla crucialità della formazione in ambito economico finanziario, anche nelle scuole. Le donne, però, si dicono consapevoli di non avere tutti gli strumenti per valutare gli investimenti. Solo il 53% si sente all’altezza, contro il 65% degli uomini. In ogni caso, la banca resta il canale preferito da cui ricevere informazioni. 

Avvicinarsi ai temi economico finanziari con semplicità e chiarezza

Tra le parole con connotazione positiva, ‘risparmio’ è la più citata per entrambi i target, insieme a ‘investimento’. Tra gli uomini spiccano parole come ‘futuro’, ‘crescita’, ‘soldi’. Tra le donne, ‘acquisti’, ‘accumulo’, ‘soldi’ e ‘autonomia’. Per entrambi i target ‘preoccupazione’ è la parola più citata associata a ‘rischio’ e ‘difficoltà’, mentre tra le donne vengono più citate parole come ‘ansia’ e ‘sacrificio’, e tra gli uomini ‘crisi’ e ‘ansia’.
Sulla base delle evidenze della ricerca emerge l’opportunità di avvicinare la finanza al mondo delle donne e le donne ai temi economico finanziari. Più degli uomini, infatti, le donne avvertono il bisogno di maggiore semplicità e chiarezza nella spiegazione dei benefici derivanti da scelte finanziarie consapevoli.