Spesa sanitaria: verso il 9% del Pil nel 2050

La contrazione del tasso di fertilità e il progressivo aumento dell’età media sono alla base della nuova struttura demografica dell’Italia. Nel 2050, quando ci saranno 58,5 milioni di italiani, 2,4 milioni in meno rispetto a quelli attuali, un cittadino su tre sarà over-65. E su questa fascia di popolazione si concentrerà oltre il 70% della spesa sanitaria pubblica rispetto al 60% attuale.

Il nostro Sistema Sanitario Nazionale si trova quindi a rincorrere affannosamente l’aumento dei bisogni di salute e assistenza in un quadro di riduzione dei cittadini in età attiva, principali contribuenti della spesa sanitaria pubblica.
In pratica, dagli attuali 5.886 euro a carico di ciascun lavoratore la spesa sanitaria passerebbe a 11.151 euro nel 2050. Emerge dal 18° rapporto “Meridiano Sanità”, di The European House – Ambrosetti. 

“Una visione unitaria di demografia, economia e salute”

Per soddisfare i crescenti bisogni di salute e assistenza, la spesa sanitaria pubblica nel 2050 dovrebbe raggiungere 211,3 miliardi di euro, a prezzi correnti, rispetto agli attuali 134,7 (+56,9%).

Ma senza politiche attive per il mercato del lavoro il numero di occupati diminuirà del 17,2%, a 19 milioni.
“Per garantire la tenuta del sistema sanitario e, più in generale di welfare, servono una strategia e una visione unitaria di demografia, economia e salute”, commenta Valerio De Molli, Managing Partner e ceo The European House.
È perciò necessario avviare un dibattito sul finanziamento della sanità, che dovrebbe basarsi su una concreta integrazione tra pubblico e privato.

Emergenza personale medico e infermieristico

Per rispondere all’aumento della domanda di salute, e salvaguardare il SSN, seconda ‘impresa’ dopo la scuola per numero di addetti, si devono risolvere al più presto alcune questioni aperte, a partire dall’emergenza del personale sanitario.

Le carenze più significative riguardano ii Medici di Medicina Generale, nei quali il ricambio generazionale è in ritardo, e dagli infermieri, che hanno un limitato riconoscimento economico e professionale rispetto ai colleghi europei. Con 6,2 infermieri per 1.000 abitanti l’Italia ha la metà degli infermieri della Germania rispetto alla popolazione (12 per 1.000 abitanti), Paese in cui le retribuzioni sono superiori al 30% rispetto al nostro Paese.

PNRR e riforma dell’assistenza territoriale

Emerge poi la necessità di accelerare la Riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR (Missione 6 ‘Salute’).
Grazie anche al rafforzamento di sistemi informativi, telemedicina e dati, a cui il PNRR destina oltre 4 miliardi di euro, la collaborazione tra MMG, farmacisti e altri professionisti delle cure primarie, rappresenta la via maestra per offrire ai pazienti un’assistenza continuativa e di prossimità.
La rete dell’assistenza rappresenta solo una componente dell’ecosistema della salute, sistema che unisce e mette in comunicazione la componente industriale privata con quella prevalentemente pubblica della rete di assistenza e ricerca. Un ecosistema e un asset strategico su cui investire, anche per aumentare la competitività del Paese e rilanciarne la crescita.

Quanto si risparmia con un depuratore d’acqua?

L’acqua è un bene prezioso e fondamentale per la vita, oltre che un piacere sorso dopo sorso per tutti noi. In Italia, l’acqua del rubinetto è controllata dagli enti competenti e risulta generalmente sicura da bere, ma non sempre è così.

Ci sono infatti zone in cui l’acqua che arriva in casa non è perfettamente salubre e sicura, spesso anche a causa di tubazioni vetuste, e a risentirne sono in primo luogo la salute ma anche il sapore stesso dell’acqua.

Per questo motivo, alcune persone preferiscono installare un depuratore d’acqua per migliorare la qualità di quella che arriva in casa o direttamente per ridurre il consumo di bottiglie di plastica.

Quanto costa un depuratore d’acqua?

Il costo di un depuratore d’acqua dipende da diversi fattori, tra questi il tipo di depuratore, le dimensioni e la marca. In generale, i depuratori a microfiltrazione sono i più economici, mentre i depuratori ad osmosi inversa hanno un prezzo leggermente più alto.

I costi di installazione di un depuratore d’acqua sono generalmente compresi nel prezzo di acquisto o noleggio, e quando non è così oscillano tra le 100 e le 300 euro. I costi di manutenzione sono invece relativamente bassi e si limitano alla sostituzione dei filtri, che deve essere effettuata periodicamente a seconda del tipo di depuratore.

Quanto si risparmia con un depuratore d’acqua?

Il risparmio economico derivante dall’installazione di un depuratore d’acqua dipende dal consumo di acqua potabile. In media, una famiglia composta da 4 persone consuma circa 4000 litri di acqua potabile (dunque da bere o comunque destinata al consumo alimentare) ogni anno.

Il costo dell’acqua in bottiglia varia a seconda della marca e della dimensione della bottiglia. In media, una bottiglia da 2 litri di acqua minerale costa circa 0,30 euro.

In base a questi dati, una famiglia composta da 4 persone che consuma 4000 litri di acqua potabile al giorno può risparmiare circa 1200 euro all’anno, anziché acquistare acqua in bottiglia. Questo è soltanto un rapido paragone che può aiutarti a capire quanto può risparmiare per l’acqua da bere in un anno una famiglia composta da 4 persone.

Considera tra l’altro che il costo dell’acqua minerale in bottiglia è in continua ascesa. A parte questo, c’è sempre il fattore praticità da ricordare: non dover più trasportare le pesanti bottiglie dal supermercato fino a casa è veramente una migliorìa notevole.

I vantaggi di un depuratore d’acqua

Oltre al risparmio economico dunque, l’installazione di un depuratore d’acqua presenta anche altri vantaggi, tra cui:

  • Miglioramento della qualità dell’acqua: i depuratori d’acqua possono eliminare dall’acqua le sostanze inquinanti, come metalli pesanti, cloro, pesticidi e tracce di farmaci.
  • Riduzione del consumo di bottiglie di plastica: i depuratori d’acqua consentono di avere acqua potabile direttamente dal rubinetto, eliminando la necessità di acquistare bottiglie d’acqua in plastica.
  • Contributo alla sostenibilità ambientale: le bottiglie di plastica impiegano centinaia di anni per decomporsi. Installando un depuratore d’acqua, si contribuisce a ridurre l’inquinamento ambientale.
  • Miglioramento del sapore dell’acqua: i depuratori d’acqua possono eliminare dall’acqua le sostanze che possono alterarne il sapore, come il cloro e i metalli pesanti.
  • Non dover più trasportare le pesanti bottiglie d’acqua fino a casa: i depuratori d’acqua consentono di avere acqua potabile sempre a disposizione, senza dover uscire di casa per fare rifornimento e dover trasportare le casse d’acqua fino a casa.

Conclusione

Far installare un depuratore d’acqua può essere un’ottima soluzione per risparmiare denaro e migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto di casa.

È importante valutare attentamente i propri bisogni e le caratteristiche dell’acqua cui si ha accesso prima di prendere una decisione: se si hanno dubbi, meglio consultare una azienda che commercializza purificatori acqua per avere una risposta a tutte le domande.

A Natale cercasi oltre 4.000 profili lavorativi

Il Black Friday e le festività natalizie fanno registrare un forte incremento della domanda di personale in tanti settori diversi.
“Questa tendenza, sommata al quadro di elevato candidate shortage e quindi alla difficoltà di reperimento che le imprese stanno affrontando, crea significative opportunità di lavoro, con posizioni aperte a figure con e senza esperienza”, spiega Giada Donati, central delivery senior manager di Gi Group, l’agenzia italiana per il lavoro.
Sono infatti oltre 4.000 i profili ricercati da Gi Group, e si rivolgono a un ventaglio molto ampio di candidati e candidate, dai giovani che stanno muovendo i primi passi nel mondo del lavoro agli universitari che vogliono sfruttare il periodo di pausa dalle lezioni per fare esperienza, ai lavoratori con esperienza alla ricerca di nuove opportunità.

I settori: dalla logistica al customer care

Le opportunità riguardano i settori della logistica, la Grande Distribuzione Organizzata, retail, horeca e fast moving consumer goods, oltre all’ambito del customer care.
Per la logistica, ad esempio, sono 2.300 gli inserimenti previsti per i ruoli di magazziniere, carrellista, pickerista, autista, preparatore merce e impiegato di magazzino. Le proposte si rivolgono sia a profili senza esperienza pregressa sia a figure esperte. Si richiede disponibilità part-time, full-time e nei weekend.
Per la GDO sono invece più di 600 le posizioni aperte, come scaffalista, addetto/a ai banchi specializzati (gastronomia, macelleria, pescheria e forno) e cassiere/i.
Ci si rivolge sia a coloro che non hanno esperienza o a chi ha un percorso professionale già avviato. È richiesta disponibilità part-time, full-time e nei weekend.

Anche retail, horeca, fast moving consumer goods

Ulteriori opportunità arrivano anche dal settore retail, per il quale Gi Group sta cercando 600 profili come addetto vendita e allestimento, e dal settore horeca con 350 profili da inserire come addetto alla ristorazione, cameriere, barista, cuoco, commis di cucina e pizzaiolo.
Per gli inserimenti in ambito horeca è gradita l’esperienza nel settore e la disponibilità a lavorare anche nei giorni festivi e nel fine settimana.
Per il mondo fast moving consumer goods sono invece 200 le posizioni aperte come operaio alimentare, tutte rivolte a profili con esperienza pregressa in contesti produttivi o di magazzino, e si richiede disponibilità a lavorare su turni anche notturni.

Tante offerte in diverse regioni italiane

Si registra poi un elevato livello di richieste per il settore customer care, con 400 figure richieste da inserire come addetto customer service inbound e outbound.
Le posizioni disponibili sono rivolte a candidati con esperienza pregressa, persone in cerca di nuove opportunità così che intendono entrare per la prima volta nel mondo del lavoro. Si richiede l’utilizzo di sistemi informatici e la disponibilità part-time e su turni.
Le offerte interessano tutto il territorio nazionale. Per il settore Logistica, in particolare, Lombardia, Piemonte, provincia di Piacenza e di Chieti.
Per il settore Fmcg la ricerca si svolge principalmente in Veneto e Piemonte, mentre il customer care concentra la domanda in Lombardia, Piemonte, Campania, Lazio, Puglia, Calabria, Sardegna, Liguria ed Emilia-Romagna.

Google: una nuova funzione trova i dati personali e li nasconde

Che Internet sia una fonte di informazioni inesauribile e in continuo aggiornamento di cui non possiamo più fare a meno, è ovvio. E che nonostante i numerosi vantaggi esistano anche rischi legati alla privacy dei propri dati personali è altrettanto scontato.
Il panorama digitale è vasto e in costante evoluzione. Ma chi non ha mai provato a cercare il proprio nome, indirizzo o numero di telefono su Google? Chi lo ha fatto sa bene quante informazioni personali possono emergere dai risultati di ricerca. Informazioni che magari non si vogliono rendere pubbliche.
Google, che detiene circa l’83% del mercato delle ricerche, ha però sviluppato una funzione per aiutare gli utenti a proteggere le proprie informazioni private. Di cosa si tratta?

Gestire e controllare la visibilità delle proprie informazioni

La funzione di Google offre uno strumento per gestire e controllare la visibilità delle proprie informazioni. In sostanza, si tratta di un nuovo strumento per la privacy che scansiona la presenza dei nostri dati sensibili pubblicati sul web.
Questa funzione ricerca attivamente dettagli specifici dell’utente, come numeri di telefono, indirizzi e-mail e indirizzi di casa.
Quando tali dati vengono identificati, Google avvisa l’utente permettendogli di prendere le misure necessarie per proteggere tali informazioni dalla visibilità pubblica.
Tutto questo rappresenta un passo nella direzione giusta, ovvero quella di proteggere la privacy degli utenti e combattere il cosiddetto doxxing, la pratica di cercare e diffondere online informazioni private.

I dati restano online, ma visibilità e accessibilità sono fortemente ridotte

Sfruttando questa funzione gli utenti possono quindi godere dei vantaggi dell’era digitale, mantenendo al contempo un certo grado di privacy e sicurezza.
È fondamentale sottolineare che questa funzione di Google non elimina i dati personali dal web. Ciò che fa è impedire che queste informazioni appaiano nei risultati di ricerca di Google, rendendo notevolmente più difficile per chiunque trovarli.
La distinzione è cruciale: i dati restano online, ma la loro visibilità e accessibilità sono fortemente ridotte.

Google ti avvisa quando trova “risultati su di te”

Tramite una semplice opzione sulla pagina del proprio account Google, dove si possono controllare tutte le volte in cui un’informazione personale compare fra i risultati di ricerca, il motore di ricerca avvisa se le proprie informazioni personali sono state trovate, oppure invia una notifica da un alert quando compare un nuovo risultato. La scelta di rimuoverle o meno resta appannaggio dell’utente.
Se si desidera apportare modifiche in futuro è sempre possibile tornare alla pagina ‘Risultati su di te’ (Results about you) e fare le modifiche necessarie. Come riporta Adnkronos, attualmente la funzione è disponibile solo negli USA, ma dovrebbe arrivare presto anche in Italia.

Dove posizionare un impianto fotovoltaico?

L’installazione di un impianto fotovoltaico è un investimento importante che può concretamente aiutare ogni famiglia a risparmiare sui costi dell’energia elettrica e a ridurre l’impatto ambientale.

A  tal proposito, quel che tanti si chiedono nel momento in cui cominciano a valutare l’idea di adottare questa soluzione è il dove posizionare l’impianto fotovoltaico.

In effetti, è importante scegliere la posizione giusta per massimizzarne l’efficienza e il rendimento dell’impianto, e di seguito risponderemo proprio a questa domanda.

Orientamento dell’impianto

L’orientamento è il fattore più importante da considerare quando si valuta la posizione di un impianto fotovoltaico. I pannelli devono essere orientati verso Sud per catturare la maggior quantità possibile di luce solare.

In Italia, l’orientamento a Sud è ottimale per la maggior parte dell’anno. Bisogna poi considerare che, durante l’inverno, il sole è più basso sull’orizzonte, quindi è consigliabile orientare i pannelli con un angolo di di circa 20-30 gradi.

Inclinazione e superficie dei pannelli

L’inclinazione dei pannelli fotovoltaici è un altro fattore importante da tenere a mente, ed essa varia a seconda della latitudine alla quale ci si trova.

In Italia, l’inclinazione ideale è di circa 30 gradi, ma è sempre possibile adattare l’inclinazione dei pannelli in base alle tue esigenze specifiche ed alla zona esatta in cui si vive.

Se vivi in Piemonte fai bene a contattare una azienda che si occupa della installazione impianti fotovoltaici Torino, così come se vivi in Sicilia fai bene a contattare una azienda locale per avere un parere affidabile sull’orientamento in relazione alla zona esatta in cui risiedi.

La superficie necessaria per l’installazione di un impianto fotovoltaico dipende invece dalla potenza dell’impianto.

In generale, un impianto fotovoltaico da 3 kWp richiede una superficie di circa 30 m², ma è possibile ridurre la superficie necessaria installando pannelli fotovoltaici più efficienti.

Effetto ombreggiamento

È importante evitare di installare un impianto fotovoltaico in zone particolarmente ombreggiate.

Anche un piccolo ostacolo tra il sole ed i pannelli, come un albero o un edificio, può ridurre significativamente l’efficienza dell’impianto.

Se la tua casa o il tuo capannone è in una zona ombreggiata, è possibile installare dei pannelli fotovoltaici con tecnologia bifacciale. Questi pannelli sono in grado di catturare la luce solare anche da dietro, riducendo così l’impatto dell’ombreggiamento.

Accessibilità

L’impianto fotovoltaico deve essere facilmente accessibile per consentire le periodiche operazioni di manutenzione e pulizia.

È consigliabile per questo far installare l’impianto in un luogo in cui è possibile accedere ai pannelli senza dover utilizzare scale o altri mezzi di sollevamento per poterli raggiungere.

Normative nazionale e regolamento condominiale

Prima di installare un impianto fotovoltaico, è importante verificare le normative locali e quelle dell’eventuale condiminio in cui si risiede.

In Italia, l’installazione di un impianto fotovoltaico è soggetta infatti ad una serie di norme e regolamenti che disciplinano ogni aspetto, inclusi quelli estetici.

È consigliabile rivolgersi a un installatore qualificato per verificare la conformità dell’impianto alle normative vigenti.

Consigli per l’installazione sul tetto del condominio

Se stai pensando di far installare l’impianto fotovoltaico sul tetto del tuo condominio, procedi innanzitutto con la verifica della fattibilità tecnica. L’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di un condominio deve infatti essere approvata anche dall’assemblea condominiale.

Tra l’altro, è importante verificare che il tetto sia in buone condizioni e che sia in grado di sostenere il peso dell’impianto.

In particolare, se il tetto del tuo condominio è di grandi dimensioni, puoi anche valutare l’installazione di un impianto condiviso. In questo modo, puoi ridurre i costi di installazione e manutenzione.

C’è anche un fatto che spesso si sottovaluta quando si fa installare un impianto fotovoltaico in condominio: l’aumento del valore dell’immobile. Un impianto fotovoltaico può infatti aumentare il valore dell’immobile in cui è installato in quanto migliora le prestazioni energetiche della casa.

In breve

Se stai pensando di far installare un impianto fotovoltaico e cominciare a risparmiare sulla boletta energetica, è importante risucire a scegliere la posizione giusta per massimizzarne l’efficienza ed il rendimento dell’impianto.

Per far ciò è sufficiente considerare i fattori sopra elencati, grazie ai quali è possibile trovare la posizione ideale per installare un nuovo impianto e iniziare a risparmiare sui costi dell’energia elettrica.

Intelligenza artificiale e nuove tecnologie promosse dai colletti bianchi italiani

Dirigenti, quadri e impiegati di aziende con almeno 10 dipendenti in Italia oggi esprimono maggiore maturità nei confronti delle nuove tecnologie digitali. E se rispetto al passato diminuiscono la curiosità e il senso di sfida, aumenta la percezione di opportunità e l’abitudine.

Dal terzo rapporto a cura della Fondazione Aidp e Doxa sugli impatti dell’Intelligenza artificiale e della digitalizzazione sul lavoro emerge un approccio tipico di crescita dell’auto-consapevolezza rispetto alle novità digitali. Tanto che il sentiment generale dei colletti bianchi verso le nuove tecnologie è positivo per il 90%, e tra i dirigenti la percentuale è ancora più elevata (99%).

Cresce la fiducia, sentiment generale più positivo

Oggi è più diffusa la convinzione che le nuove tecnologie abbiano portato maggiore efficienza (35%), aumento della qualità (30%), accrescimento di competenze e professionalità (27%) e alleggerimento della fatica (25%).

Il 31% degli intervistati ritiene che la tecnologia avrà un impatto positivo sul proprio lavoro (23% nel 2018), e l’83% afferma che i nuovi strumenti tecnologici e digitali avranno un impatto positivo sul mercato del lavoro in generale.
Rispetto al miglioramento della conciliazione lavoro/vita privata, il 62% esprime parere positivo, in particolare, giovani-adulti e genitori con figli tra i 6-11 anni.

 Le competenze accrescono la diffusione in azienda

Se per il 42% del campione il livello di diffusione delle nuove tecnologie risulta molto ampio in tutte le aree aziendali (56% grandi aziende) il 23% circa (42% dirigenti) è convinto che l’utilizzo di strumenti e tecnologie digitali favorisca soprattutto l’ottimizzazione dei tempi e dell’organizzazione del lavoro, migliorando fluidità ed efficienza dei processi, oltre l’aspetto relazionale, in particolare, con i clienti.

Inoltre, se il 63% delle aziende organizza regolarmente corsi di formazione sulle nuove tecnologie per i dipendenti il 67% del campione considera le competenze digitali dei nuovi assunti maggiori rispetto a quelle dei dipendenti con maggiore anzianità.

Ma ancora rischio sicurezza, privacy, affidabilità

Il 58% dei colletti bianchi però evidenzia un rischio medio-alto in termini di sicurezza, privacy, affidabilità e tutela delle informazioni derivante dall’ampia diffusione delle tecnologie digitali.
Il 52%, inoltre, sottolinea lo scarso controllo sulla veridicità delle informazioni, e il 32% ritiene che le nuove tecnologie non potranno mai sostituire completamente il lavoro umano (44% nel 2018).

Quanto a ChatGPT, riporta Adnkronos, una delle applicazioni più innovative di AI nell’ambito del lavoro intellettuale, il 36% del campione ha dichiarato di conoscerla bene, ma non la utilizza, solo l’8% la utilizza in azienda (19% dirigenti).
Le percentuali più elevate si registrano nell’utilizzo per l’assistenza e l’interazione con i clienti e per supporto di attività di data connection (55%).

Marketing influencer: un’audience come quella della tv

Sono milioni gli italiani che possono essere raggiunti dai messaggi dei creator in maniera diretta e immediata. Se il 76% della popolazione tra 16 e 65 anni segue almeno un influencer, in pratica, 28 milioni di persone, coloro che ne seguono più di due sono 21 milioni, mentre un quinto dei nostri connazionali segue mediamente addirittura 11 o più influencer pro capite.

In questo caso, si parla di 7 milioni di persone. Insomma, si tratta di una audience paragonabile a quella della tv.
È quanto emerge dall’Osservatorio InSIdE (aka influencer, stories, identities and evolutions) dedicato all’Influencer marketing, progetto di Pulse Advertising, l’agenzia internazionale di influencer marketing, social media management e paid advertising.

I canali social sono uno strumento di comunicazione vero e proprio

“In Italia questo bacino di utenti non è ancora considerato in modo adeguato dalle aziende che comunicano – afferma Paola Nannelli, Executive Director di Pulse Advertising e ideatrice dell’Osservatorio Inside -. Social media e influencer marketing devono diventare centrali nel media mix dei brand”.
Oggi i canali social sono uno strumento di comunicazione vero e proprio, e danno spazio a ogni tipo di messaggio.

La potenza dei messaggi non premia solo i content creator che hanno centinaia di migliaia di follower. La rete ‘social’ ha infatti accorciato le distanze e ha convinto tanti professionisti, prima semplici fruitori, a diventare content creator.

Tanti professionisti si sono trasformati in content creator

Di fatto, spesso tanti professionisti si sono ‘trasformati’ in veri e propri influencer del settore di riferimento, dall’esperto di elettrodomestici all’esperto di fisco, o attività bancarie, o ancora, immobiliare, solo per citare alcune esempi di content creator.

Di fatto, se gestiti in modo efficace i social network permettono anche a piccole realtà di intercettare direttamente un bacino molto ampio di utenti ‘profilati’, proprio quegli stessi utenti che a tutti gli effetti sono potenziali clienti.

TikTok, Instagram, Facebook: ogni generazione ha il suo social

Dal survey emerge poi una tendenza ancora valida. I social network seguiti cambiano a seconda dell’età degli utenti.
Se la Gen Z ama Youtube, Instagram e Tiktok, i Millenials passano più tempo su Instagram, Telegram e Facebook. Quest’ultimo, riporta Askanews, rimane in assoluto il medium preferito dalla Gen X e dai Millenials in particolare.

L’affezione a uno o più canali è influenzata anche dalla capacità di gestire funzioni e tool di terze parti per la creazione di contenuti e per l’interazione con altri utenti.
Tanto che i social più evoluti, come TikTok ad esempio, mettono in difficoltà chi non è nativo digitale, oppure digitalmente evoluto.

Pagamenti digitali: cresce il Buy Now Pay Later

Grazie alla piena ripresa delle attività e dei servizi di intrattenimento nel 2022 il numero di pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante a livello nazionale è cresciuto del +16% (+21% i pagamenti con le sole carte).
Ma se nel 2022 il valore complessivo del transato tramite carte di credito aumenta (+20%) si conferma il trend decrescente del numero di carte attive, iniziato tra il 2019 e il 2020.

Tra le innovazioni più significative introdotte negli ultimi anni si fa strada il Buy Now Pay Later, sistema conosciuto da oltre la metà della popolazione italiana in età 18-64 anni e dal 66% della GenerazioneZ. Emerge dalla 21a edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments, curato da Assofin, Ipsos e Nomisma con il contributo di CRIF.

Tasso di crescita annuo a doppia cifra 

In Italia, sebbene il metodo di pagamento online più diffuso sia ancora la carta, il BNPL registra un tasso di crescita annuo a doppia cifra e dovrebbe raggiungere oltre 3 miliardi di euro entro il 2026.
A livello globale, il BNPL ha rappresentato nel 2022 il 5% dei pagamenti.

Nonostante la veloce ascesa, l’Osservatorio mette in luce alcuni dubbi rispetto alla proposta del BNPL come servizio stand alone, in particolare se si pensa alla sostenibilità del business in un contesto europeo caratterizzato da tassi di interesse elevati. Piuttosto, il BNPL può essere immaginato come servizio complementare da offrire in una logica di portafoglio più ampia.

Resta elevata l’attenzione alla qualità del credito

Malgrado un contesto che nel 2022 ha visto il tasso di insolvenza attestarsi su livelli inferiori a quelli registrati per il credito al consumo, resta tuttavia elevata l’attenzione rispetto alla qualità del credito.
La stretta normativa che deriverà dall’introduzione della nuova direttiva in materia di credito ai consumatori, che pone tra i suoi principali obiettivi la tutela dei consumatori dal rischio di sovra indebitamento, imporrà ai player di mercato di adottare prassi più stringenti per valutare e garantire la sostenibilità finanziaria delle operazioni che propongono.

L’analisi della domanda

La domanda mostra un trend decrescente relativamente alla diffusione delle carte, ma una crescita della spesa media mensile, e un incremento della frequenza dei pagamenti digitali.
In costante aumento gli heavy user della funzionalità contactless della carta di credito, con il 33% dei titolari che la utilizza più di 6 volte al mese. Sale anche la frequenza di utilizzo media, pari a 4,5 volte al mese.

La perdurante inflazione generato però nuove attese di azioni concrete anche da parte dell’Industry Finanziaria. Una direzione chiave per contrastare l’inflazione è costituita dal proporre al mercato soluzioni innovative che vadano a ribilanciare il value for money percepito, accrescendo il valore dell’esperienza e di prodotti e servizi e restituendo semplificazione, gratificazione, sostenibilità, time saving.
Tra queste, i pagamenti via smartphone/app, e l’Open Banking/Finance, con cui è possibile offrire al consumatore numerosi strumenti per un maggiore controllo e consapevolezza delle spese e della propria situazione finanziaria.

Podcast, in un anno il numero di ascoltatori è aumentato del 39%

La popolarità dei podcast continua a crescere, con il numero di ascoltatori che nel corso dell’ultimo anno è aumentato al 39% tra le persone dai 16 ai 60 anni, raggiungendo circa 11,9 milioni di persone. Questo rappresenta un aumento rispetto al 36% dell’anno precedente, dimostrando che il format dei podcast gode di ottima salute e ha una base di ascoltatori fedele e coinvolta. I risultati del 2023 della ‘Ipsos Digital Audio Survey’, un’indagine che misura l’ascolto e le modalità di fruizione di tutte le forme di audio digitale, offre a questo proposito un punto di vista privilegiato sul mondo dei podcast.
Lo studio, giunto alla sua quinta edizione dopo il lancio nel 2019, è diventato un punto di riferimento per produttori, distributori e investitori interessati ai podcast e a come posizionarli all’interno di una strategia audio. Riteniamo che sia essenziale avere una solida base di informazioni per raccontare e valorizzare adeguatamente i podcast, soprattutto in un momento in cui il loro impatto è in costante crescita.

Il pubblico? Giovane, istruito e responsabile

Chi sono gli ascoltatori dei podcast? Il profilo degli ascoltatori dei podcast continua a rispecchiare le tendenze che lo hanno contraddistinto sin dall’inizio del nostro monitoraggio. Si tratta di un pubblico più giovane rispetto alla media, con un livello di istruzione elevato e una professione di alto livello. Inoltre, si distinguono per alcune caratteristiche “pregiate” in termini di comportamenti di consumo, come la responsabilità nel consumare contenuti, l’apertura all’uso delle tecnologie, l’interesse per prodotti/servizi premium e la sensibilità alle raccomandazioni degli artisti che seguono. Sono anche influencer all’interno del loro gruppo di pari quando si tratta di intrattenimento.

L’ascolto? Ovunque, ma soprattutto a casa

Dove ascoltano i podcast? Il podcast è un formato che si presta all’ascolto ovunque e in qualsiasi momento, con la maggior parte delle persone che utilizza lo smartphone (75%) come dispositivo principale per l’ascolto. Tuttavia, una percentuale significativa di ascoltatori utilizza anche altri dispositivi, come computer (33%), tablet (23%) e, in particolare, altoparlanti intelligenti (13%).
L’ascolto dei podcast avviene principalmente a casa (74%), ma c’è anche un aumento dell’ascolto in auto (33%), un dato da tenere d’occhio. La fruizione sui mezzi di trasporto (20%) e l’ascolto in strada/camminando (21%) rimangono stabili.

Un format che crea fedeltà

Il 2023 conferma che i podcast sono qui per restare, con quattro ascoltatori su dieci che affermano di ascoltare più podcast rispetto all’anno precedente. Questo maggiore ascolto ha anche portato a un miglioramento dell’opinione degli ascoltatori sui podcast, dimostrando un forte attaccamento a un formato che offre contenuti di alta qualità. Interessante notare che, sebbene l’interesse per un argomento specifico rimanga il motivo principale (32%) per ascoltare un podcast, il peso di questo fattore tende a diminuire nel tempo, mentre altri “trigger” come siti di notizie, post sui social media, passaparola online e offline, suggerimenti da piattaforme podcast, contenuti televisivi o radiofonici iniziano a guadagnare importanza. I podcast dimostrano di avere la capacità di trattenere l’attenzione, con il 57% degli utenti che dichiara di ascoltare un podcast per l’intera durata. Un altro dato incoraggiante è la conferma della “serializzazione” dell’ascolto, con il 78% degli ascoltatori che dichiara di ascoltare serie di podcast, spesso nella loro interezza. La serializzazione è un potente mezzo per generare fedeltà, ritualità e promuovere conversazioni e condivisioni.

Idee per rinnovare un locale commerciale senza spendere troppo

Rinnovare i locali commerciali è un’ottima idea per dare una nuova vita alla tua attività e attrarre nuovi clienti.

Sicuramente, una profonda ristrutturazione può essere costosa e impegnativa, ma esistono diverse idee creative che ti consentono ugualmente di dare un nuovo aspetto alla tua attività senza spendere troppo.

Abbiamo per questo deciso di elencare di seguito alcune di queste idee, per consentirti di immaginare quali risultati sorprendenti è possibile ottenere senza dover svuotare il portafogli.

Pittura e decorazioni murali

Un modo economico ed efficace per rinnovare un locale commerciale è quello di ricorrere alla pittura e alle decorazioni murali. Scegli colori vivaci e accattivanti che riflettano lo stile e l’atmosfera del tuo negozio.

Se attualmente le pareti sono “vuote” e monotone, aggiungere un’opera d’arte o un bel murales a tema può trasformare completamente l’ambiente, rendendolo più invitante per i clienti.

Puoi anche considerare l’utilizzo di stencil per creare motivi e disegni particolari sulle pareti o sul bancone. Anche questo è un modo economico per aggiungere un tocco di personalità al tuo locale senza dover fare grandi modifiche.

Mobili e arredamento

Rinnovare i mobili e l’arredamento di un locale commerciale può fare la differenza per quel che riguarda il suo aspetto complessivo. Non preoccuparti comunque, questo non significa che devi acquistare tutto nuovo.

Spesso è infatti possibile riutilizzare e ridipingere i mobili esistenti per dar loro un nuovo aspetto, più “fresco” e moderno.

In alternativa, puoi considerare l’acquisto di mobili usati o vintage. Questa soluzione non solo ti consente di risparmiare denaro, ma conferisce anche uno stile unico e caratteristico al tuo locale.

Ricorda chiaramente di prestare attenzione alla funzionalità e al comfort che questi mobili sono in grado di offrire, così da avere la certezza di poter offrire un’esperienza davvero piacevole ai tuoi clienti.

Le insegne a LED

Una delle cose più interessanti che puoi fare per rinnovare il tuo locale è il considerare l’installazione di insegne a LED.

In particolare, a differenza del tradizionale tubo al neon in vetro contenente gas Argon, le moderne insegne Neon LED Flex sono realizzate in ECO PVC. Questo significa che sono più ecologiche, in quanto non contengono mercurio e utilizzano pochissima elettricità rispetto al neon tradizionale, e anche più economiche da acquistare.

Grazie alla loro versatilità, puoi creare insegne luminose di diverse forme e dimensioni, adattandole perfettamente al contesto del tuo locale. Ciò ti consentirà di dare un tocco accattivante all’intero ambiente senza spendere una fortuna.

Aggiungi elementi verdi

Un altro modo semplice ed economico per rinnovare un locale commerciale potrebbe essere quello di prevedere l’inserimento di un po’ di verde. Le piante e i fiori possono aggiungere colore, freschezza e vivacità ad ogni ambiente, così come i prati verticali per interni.

Scegli del verde che si adatti bene al tuo spazio e che richieda poca manutenzione, in modo da poterlo gestire facilmente. Posiziona le piante strategicamente per creare angoli accoglienti e per separare le diverse aree del tuo locale.

Tra l’altro, ti stupirai nel constatare che le piante possono contribuire a migliorare anche la qualità dell’aria, oltre che a creare un’atmosfera rilassante e piacevole per i visitatori.

Conclusione

Come appare evidente, rinnovare un locale commerciale non è necessariamente costoso, basta avere un po’ di creatività e pianificazione per ottenere risultati sorprendenti senza dover spendere una fortuna.

Valuta le diverse soluzioni a tua scelta e individua quelle che meglio si adattano al tuo stile e al tuo budget, tenendo a mente che anche i piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza nell’aspetto complessivo di un locale commerciale.

Per questo, rinnovare può essere un’opportunità concreta per reinventare il tuo business e attirare nuovi clienti.